PROGETTI
A partire dal settembre 2020 nuove ricerche si sono concentrate nel settore meridionale di Villa San Marco, in corrispondenza della terminazione del cosiddetto portico superiore o del Planisfero e nella zona immediatamente a sud.
L’area già parzialmente indagata dal Parco Archeologico di Pompei e Stabiae nel 2006, a seguito di prospezioni geomagnetiche, è stata nuovamente investigata mediante indagini geofisiche ma con metodologia georadar tra settembre 2020, nei terreni tra la parte attualmente musealizzata del portico superiore e l’area scavata nel 2006, e luglio 2021, nelle altre aree limitrofe a Villa San Marco e di pertinenza del Parco Archeologico, al fine di contestualizzare il complesso nel quadro dell’abitato di Stabiae, già in parte noto nella sua estensione grazie alla planimetria disegnata da Karl Weber nel 1759.
Le indagini archeologiche condotte tra settembre 2020 e febbraio 2021 si sono concentrate invece nel quartiere della villa alle spalle della parte terminale del peristilio superiore e hanno permesso di delineare la sintassi architettonica di un nuovo complesso. Allo stato attuale sono stati messi in luce tre ambienti, denominati 83, 84, 85 procedendo rispettivamente da est verso ovest, affiancati e affacciati su un ulteriore spazio aperto a sud, un portico delimitato da un basso pluteo, definito ambiente 90, che consente l’ingresso alle stanze. L’ambiente centrale 84 funge da vestibolo per l’accesso all’ambiente a est 83, mentre con uno schema analogo, in assenza di un passaggio tra gli ambienti 84 e 85, dobbiamo immaginare un’altra stanza più ovest, al di sotto del limite di scavo in corrispondenza dell’unica apertura all’angolo sud-ovest dell’ambiente 85.
La lettura della sequenza stratigrafica messa in luce dagli scavi ha inoltre permesso di ripercorrere fedelmente le dinamiche dell’eruzione del 79 d.C., come noto testimoniata anche dalle fonti scritte. Lo scavo ha infatti evidenziato le differenti successioni deposizionali dei lapilli pomicei e dei depositi piroclastici negli spazi aperti e negli ambienti di questo settore meridionale della villa.
Il rilievo archeologico del contesto stratigrafico ha previsto l’applicazione di una procedura consolidata nelle ricerche del Laboratorio Capys, con la documentazione delle singole unità stratigrafiche mediante laser scanner a differenza di fase integrato con fotogrammetria image-based, a fianco della documentazione fotografica di dettaglio e la schedatura archeologica.
Le potenzialità offerte dal rilievo tridimensionale sono ovviamente molteplici, dall’estrazione degli apparati grafici bidimensionali, le necessarie planimetrie descrittive dello scavo, alla possibilità di ricostruire tridimensionalmente la stratigrafia asportata e dunque di scavare nuovamente e a posteriori in forma digitale il contesto indagato.
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