PROGETTI DI RICERCA
La città romana di Stabiae è un sito vesuviano dal grande potenziale archeologico che per molto tempo ha vissuto all’ombra delle più note Pompei ed Ercolano. Il sito, che coincide perlopiù con l’attuale comune di Castellammare di Stabia e sorge sul pianoro di Varano, un promontorio che fa parte della catena dei Monti Lattari, è stato solo parzialmente indagato a partire dalla metà del XVIII secolo per poi essere successivamente rinterrato dopo qualche anno. La riprese delle attività di scavo è avvenuta negli anni ’50 del Novecento per volontà di Libero D’Orsi, preside della scuola media della città, che grazie alla sua passione e tenacia, ha riportato alla luce alcune delle vestigia antica del polo demico.
Il sito è strutturato attorno a un abitato, scavato per circa 4,5 ha di estensione, dalla presenza di sette lussuose ville disposte lungo la dorsale nord-occidentale del pianoro (delle quali solo tre attualmente visibili e visitabili: Villa San Marco, Villa Arianna e Secondo Complesso) e da un piccolo impianto termale. Questi monumenti sono riferibili alla fase tardo repubblicana e imperiale di vita della città, ma essa presenta una articolazione cronologica assai più complessa: le prime labili testimonianze di attività antropica sono riconducibili al Neolitico, ma è tra VII e VI sec. a.C. che prende forma il primo abitato stabiano, le cui tracce sono evidenti dalla scoperta della necropoli di Madonna delle Grazie, che ha restituito corredi di alto prestigio riconducibili all’orbita di influenza etrusca sulla regione. La presenza etrusca nel territorio, testimoniata da una quantità rilevante di iscrizioni, perdura almeno fino alla fine del V sec. a.C., quando si assiste a una prima “sannitizzazione” dell’area. Il dominio sannita sulla città giunge fino al primo decennio del I sec. a.C., quando la città viene assediata e conquista da Silla durante la Guerra Sociale. Persa la propria autonomia politica, la città subisce un’importante destrutturazione politica e il suo territorio viene annesso a quello di Nuceria, fedele a Roma durante le operazioni belliche. La storia della città non termina con l’eruzione del 79 d.C., come accade invece per i centri limitrofi di Pompei ed Ercolano: a Stabia, infatti, i prodotti piroclastici dell’eruzione della città hanno consentito un precoce ripristino della vita, con uno spostamento del centro urbano più a valle e la creazione di un porto che potesse sostituire quello di Pompei, ormai sepolto e del tutto inutilizzabile.
Le ricerche in corso, condotte dal Parco Archeologico di Pompei e dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali – Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, si concentrano su Villa San Marco, al fine di capirne l’intera articolazione planimetrica, lo sviluppo cronologico e il suo rapporto con l’antico centro urbano, che doveva disporsi direttamente a nord di essa. Nell’estate del 2020 una prima campagna di indagini stratigrafiche, diretta dal prof. Carlo Rescigno e coordinata sul campo dal dott. Michele Silani con la presenza di dottorandi e specializzandi, ha permesso di riportare in luce il braccio meridionale del portico superiore della Villa, già parzialmente indagato nel 2006, nonché i tre ambienti che si dispongono immediatamente alle sue spalle, che non si aprivano direttamente sul portico, ma avevano un accesso su un ulteriore spazio aperto a sud, attualmente in fase di scavo da parte del Parco Archeologico di Pompei. Questi ambienti sono particolarmente interessanti, perché sono completamente affrescati in IV stile pompeiano e presentano delle decorazioni differenti rispetto a quelle che si trovano nel resto della Villa. Il cantiere inoltre ha consentito ai partecipanti di poter apprendere alcune tra le più moderne tecniche di recupero del record archeologico non invasive, quali la geofisica mediante l’utilizzo di un georadar, e la documentazione dei monumenti e della stratigrafia grazie all’ausilio di laser scanner.
(Dario Saggese)
Bibliografia di riferimento
Barbet – Miniero 1999 = La Villa San Marco a Stabia, a cura di A. Barbet – P. Miniero, Napoli-Roma-Pompei 1999.
Miniero 1989 = P. Miniero, Stabiae. Pitture e stucchi delle ville romane, Napoli 1989 (catalogo della mostra).
Osanna – Muscolino – Toniolo 2020 = M. Osanna, F. Muscolino, L. Toniolo, Stabiae. Museo archeologico Libero D’Orsi (Breve Guida al Museo), Milano 2020.
Pesando – Guidobaldi 2018 = F. Pesando – M.P. Guidobaldi, Pompei, Oplontis, Ercolano, Stabiae, Guide Archeologiche Laterza, Roma-Bari, 2018.
Ruffo 2009 = F. Ruffo, “Sulla topografia dell’antica Stabiae. Osservazioni sulla Villa San Marco e sul cosiddetto impianto urbano alla luce delle recenti indagini archeologiche (2008-2009)”, in Oebalus 4, 2009: 235-271.
Ruggiero 1881 = M. Ruggiero, Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Napoli 1881.
Senatore 2003 = F. Senatore, Stabiae: dalla preistoria alla guerra greco gotica, Castellammare di Stabia 2003.
Not far from Mount Vesuvius, the Roman city of Stabiae is a site of great archaeological potential even though for a long time it has existed on the shadow of the far more famous Pompeii and Herculaneum. The site, corresponding to the modern city of Castellammare di Stabia, rises on the Varano plateau, a promontory part of the Lattari Mountains. Starting from the mid of the 18th cent., it was partially investigated until earthed up after only few years. The excavation activities reopened in the 80s of the twentieth century with Libero D’Orsi’s effort: headmaster of the local middle school, he brought to light some of the ancient vestiges of the site thanks to his passion and perseverance.
The site is structured around a settlement, excavated for circa 4,5 hectares of extension. Seven luxurious villas were located along the plateau north-west ridge, among which only three are still visible and accessible to visitors: Villa San Marco, Villa Arianna, and the Second Complex. Finally, a small thermal bath structure completes the archaeological scenario. These monuments are ascribable to the Late Republican and Imperial phase of life of the city, even though a much more complex stratigraphic chronology can be attested. The first, but poor, proofs of anthropic activities can be traced back to the Neolithic Age. However, it is between the 7th and 6th cent. BC that the first settlement took form: its traces can be inferred by the Madonna delle Grazie necropolis, where high prestige grave goods were discovered, referable to the Etruscan influence on the region.
Such Etruscan presence in the territory, testified by a great quantity of inscriptions, lasted at least until the end of the 5th cent. BC, when a first “Samnitisation” of the area is attested. The Samnite control over the city reached the first decade of the 1st cent. AD, when the city was besieged and conquered by Silla during the Social War. Lost its political autonomy, the city was subjected to an important destructuration since its territory was annexed to Nuceria’s one, loyal to Rome during the military operations. The history of the city did not end with the 79 AD volcanic eruption, as happened to the nearby centres of Pompeii and Herculaneum: at Stabiae, indeed, the pyroclastic impact still allowed a displacement of the town downhill and a rapid renovation of life, with the creation of a harbour which could replace the Pompeian one, at the time buried and inoperable.
Current researches, conducted by the Archaeological Park of Pompeii and by the Dipartimento di Lettere e Beni Culturali – Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, have been focused on Villa San Marco, with the aim of understanding its full planimetric articulation, the chronological development, and the relationship with the ancient urban layout, which was probably located on the northern side of the Villa. During the summer 2020, a first campaign of stratigraphic investigations, directed by Prof. Carlo Rescigno and co-ordinated on the field by dott. Michele Silani with the presence of doctoral and master students, allowed to bring to light the southern wing of the Villa superior portico, already partially explored in 2006. Moreover, three rooms were found, which open not on the portico but with an access into a different open-air space on the south, at the moment under further investigation by the Archaeological Park of Pompeii. These rooms are particularly interesting since are completely covered by frescoes in the IVth Pompeian style and present different decorations in respect to the ones found in other parts of the Villa. Furthermore, the excavations provided the training of students regarding non-invasive modern techniques for archaeological record, such as geophysical prospection using ground penetrating radars as well as the use of the laser scanner for structures and stratigraphic layers documentation.
(Trad. Ilaria Cristofaro)
Short bibliography
Barbet – Miniero 1999 = La Villa San Marco a Stabia, a cura di A. Barbet – P. Miniero, Napoli-Roma-Pompei 1999.
Miniero 1989 = P. Miniero, Stabiae. Pitture e stucchi delle ville romane, Napoli 1989 (catalogo della mostra).
Osanna – Muscolino – Toniolo 2020 = M. Osanna, F. Muscolino, L. Toniolo, Stabiae. Museo archeologico Libero D’Orsi (Breve Guida al Museo), Milano 2020.
Pesando – Guidobaldi 2018 = F. Pesando – M.P. Guidobaldi, Pompei, Oplontis, Ercolano, Stabiae, Guide Archeologiche Laterza, Roma-Bari, 2018.
Ruffo 2009 = F. Ruffo, “Sulla topografia dell’antica Stabiae. Osservazioni sulla Villa San Marco e sul cosiddetto impianto urbano alla luce delle recenti indagini archeologiche (2008-2009)”, in Oebalus 4, 2009: 235-271.
Ruggiero 1881 = M. Ruggiero, Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Napoli 1881.
Senatore 2003 = F. Senatore, Stabiae: dalla preistoria alla guerra greco gotica, Castellammare di Stabia 2003.
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