CONVEGNI E SEMINARI
Secondo la tradizione riportata da Velleio Patercolo (1, 4, l) fu il volo di una colomba, simbolo di Apollo, a indicare alla flotta di coloni calcidesi, guidata da Ippocle e Megastene, la strada che li avrebbe condotti a Cuma.
Apollo è dunque presente fin dalle origini nel pantheon della colonia, strettamente legato al patrimonio religioso euboico e alla fase costitutiva dell’apoikia, con lo stesso ruolo di Archegetes riconosciutogli anche dai coloni di Naxos di Sicilia, che eressero un altare a lui dedicato nel luogo in cui sbarcarono. La fisionomia cultuale dell’Apollo cumano è però complessa e multifunzionale, fortemente caratterizzata dal ruolo oracolare esercitato per il tramite della Sibilla, e la sua definizione accompagna l’evoluzione storica della città in tutte le sue fasi cronologiche.
Il dossier documentario sul tema, ricco di fonti letterarie, epigrafiche, iconografiche, archeologiche di complessa interpretazione, è da tempo oggetto di un vivace dibattito scientifico che interessa, oltre a Cuma, anche le altre fondazioni euboiche (e non) dell’Italia meridionale e della Sicilia: l’origine dell’Apollo coloniale che, a seconda delle chiavi di lettura, si ritiene possa testimoniare l’influenza del santuario cicladico di Delos o di quello panellenico di Delfi, intercetta così anche temi di più ampia portata, legati alle dinamiche del movimento coloniale e al ruolo dei culti della madrepatria nel processo di formazione identitaria nelle nuove fondazioni d’Occidente.
L’organizzazione del Convegno Internazionale nasce dall’esigenza di tornare a riflettere su questi temi, anche alla luce dei nuovi dati archeologici disponibili e alla reinterpretazione di quelli già noti, con un orizzonte geografico ampio, che parte dall’area egea per arrivare in Campania, Calabria e Sicilia, e con incursioni nel mondo miceneo, etrusco e romano per osservare tradizioni locali, riscritture e rivisitazioni del culto e del rito apollineo.
La pluralità delle voci che saranno coinvolte nella discussione, espressione di specialisti appartenenti a tradizioni disciplinari diverse e a settori scientifici complementari, garantisce un confronto dinamico e un progresso delle conoscenze, con l’obiettivo di ricostruire, attraverso l’analisi di una singola personalità divina quale quella di Apollo, la complessità dell’intero sistema religioso e culturale antico.
According to Velleio Patercolo (1, 4, l) it was the flight of a dove, symbol of Apollo, to indicate to the fleet of Chalcidian settlers, led by Hippocles and Megasthenes, the road that would lead them to Cumae in Italy. Apollo has therefore been present since the beginning in the pantheon of the colony, closely linked to the Euboean religious heritage and the establishment phase of the apoikia, with the same role of Archegetes attributed to him by the settlers of Naxos of Sicily, who built an altar dedicated to the god in the place where they landed. The cult physiognomy of Cumaean Apollo is, however, composite and multifunctional – strongly characterised by the oracular role played by the Sybil – and its definition accompanies the historical evolution of the city in all its chronological phases.
The documental dossier on the subject, rich in literary, epigraphic, iconographic and archaeological sources of controversial interpretation, has long been the focus of a lively scientific debate that involves not only Cumae, but also the other Euboean (and non-Euboean) Greek colonies of Southern Italy and Sicily: the origin of the colonial Apollo which, depending on the interpretative keys, can suggest the influence of the Cycladic sanctuary of Delos or the pan-Hellenic sanctuary of Delphi, thus also intercepting more far-reaching themes, related to the dynamics of the colonial movement and the role that the cults of the motherland play in the process of identity formation in the new settlements in the Western Mediterranean.
The organization of the International Conference stems from the need to reflect again on these issues, also in the light of new archaeological data and the reinterpretation of those already known, with a wide geographical horizon – starting from the Aegean to arrive in Campania, Calabria and Sicily – and with digressions into the Mycenaean, Etruscan and Roman world, to observe local traditions and revisitations of the Apollonian cult and rite.
The plurality of voices involved in the discussion is made up of specialists belonging to different disciplinary traditions and complementary scientific fields, in order to ensure a dynamic dialogue and progress of knowledge, with the aim of reconstructing, through the analysis of a single divine personality such as that of Apollo, the complexity of the whole ancient religious and cultural system.
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