PROGETTI
Visita la StoryMap dell’acropoli di Neapolis
Narrare la storia di Neapolis significa raccontare l’evoluzione di uno dei centri storici più grandi d’Europa. Poche città vantano una continuità di vita nelle proprie rovine, conservando una stratificazione di tutti i progressivi mutamenti succedutisi, leggibili oggi nelle indelebili tracce lasciate nel corpo della città moderna.
Due importanti eventi hanno segnato l’inizio della ricerca archeologica dell’antica Neapolis. Il primo è l’importante intervento urbanistico noto con il nome di “Risanamento”, che da una parte determinò il recupero di molte informazioni storico-archeologiche e il ritrovamento di diversi edifici antichi, ma dall’altra comportò anche una consistente distruzione di patrimonio. Il secondo avvenimento, più luttuoso, è il terremoto dell’Irpinia del 1980, momento in cui le esplorazioni di archeologia urbana, con l’intento di non perdere altro patrimonio archeologico, assumono un carattere maggiormente scientifico, con il coinvolgimento delle Università nelle campagne di scavo. Negli ultimi anni si è aggiunta una nuova fase di ricerche sistematiche, legate all’apertura di cantieri per le nuove linee metropolitane della città, che hanno restituito importanti scenari per ricostruire la storia della città, partendo dal centro storico e dal versante costiero.
L’articolata storia urbana di Napoli ha origine nella prima metà del VII secolo a.C. con l’insediamento cumano di Partenope sulla collina di Pizzofalcone. A questo primo centro greco si aggiunge, nell’ultimo quarto del VI secolo a.C., la nuova città che occuperà l’area dell’odierno centro storico. Il nuovo centro viene costruito su di un massiccio plateau digradante verso il mare, caratterizzato da profondi dislivelli e cinto nei suoi profili da valloni naturali.
Sul punto più alto del pianoro dell’abitato, nell’angolo nord-occidentale della città sulla collina di Sant’Aniello a Caponapoli, doveva sorgere l’acropoli della città greca. Non collegata al modulo di ripartizione stradale adottato nel resto dell’abitato, l’acropoli era delimitata a nord e ad ovest dalle odierne vie Foria e Costantinopoli. La movimentata orografia della zona, già di per sé difesa dai valloni naturali, era ulteriormente protetta da un imponente sistema di mura.
Purtroppo le numerose testimonianze archeologiche, rinvenute a partire dal primo trentennio del Novecento, rimangono quasi completamente nascoste e frazionate tra la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, il largo antistante e le vicine strutture ospedaliere. Negli anni ’80, in largo Sant’Aniello e sotto l’adiacente Villa Chiara, sono state portate alla luce strutture della cinta di V secolo a.C. e del potenziamento di IV secolo, tratti della fortificazione angioina e una cisterna del XVII secolo. In via Sant’Aniello, tra Villa Chiara e la clinica di Semeiotica Medica, era stato già rinvenuto un muro a doppia cortina con all’interno una scaletta che portava probabilmente al cammino di ronda. In questi stessi anni Mario Napoli ricorda, durante i lavori per l’apertura della rampa M. Longo, gli importanti resti delle fortificazioni greche ai piedi della collina, al di sotto dell’Ospedale degli Incurabili. Oltre largo Sant’Aniello, poi, la fortificazione proseguiva all’interno della omonima chiesa, costruita nel tardo ‘500. Infatti l’indagine archeologica del 1979, eseguita sotto la chiesa cinquecentesca, ha consentito di identificare due linee di mura di età greca, di cui una più avanzata al di sotto del transetto, molto vicina all’antico ciglio dell’acropoli, e l’altra, sotto la navata della chiesa, parallela al vicolo di Sant’Aniello. In prossimità delle mura, nell’area del convento di San Gaudioso, dove sorge oggi la clinica di Semiotica Medica, esisteva il santuario acropolico, con probabilità dedicato a Demetra, documentato nel 1933 dal rinvenimento di una stipe votiva con terrecotte databili tra il V e il III sec. a.C.
Lo scavo di S. Aniello a Caponapoli ha portato inoltre alla luce nuovi dati riguardo al primo utilizzo della collina prima della fondazione di Neapolis, con la scoperta di reperti, forse pertinenti a un sacello rurale, databili nell’ultimo quarto del VI secolo a.C., che fanno pensare ad uno sfruttamento della zona per uso agricolo da parte dei coloni di Partenope.
L’area dell’acropoli conservò probabilmente una destinazione pubblica anche in età romana, ma la documentazione è carente; non è chiara infatti la funzione delle varie strutture in reticolato rinvenute sempre a S. Aniello, erette su una grande piattaforma artificiale realizzata al di sopra delle mura greche entro il I sec. d.C.
L’acropoli conserverà la sua vocazione religiosa nel corso del periodo vicereale, con la costruzione di numerosi monasteri e chiese sulla collina. Accanto alla destinazione religiosa, questa parte della città viene investita da una funzione ospedaliera. Nel 1519 tutto il fronte NE viene occupato dalla costruzione dell’Ospedale degli Incurabili che, nel 1777 diverrà la sede del Collegio Medico e successivamente clinica universitaria.
Una nuova lettura dell’acropoli di Neapolis diventa necessaria in un contesto di informazioni d’archivio e di documentazione frammentari, ma soprattutto nell’intento di rileggere le sopravvivenze del tessuto urbano antico in quello moderno.
(Rosaria Perrella)
Bibliografia di riferimento
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Tracce 1994 = Tracce. Sotto le strade di Napoli, Napoli 1997
Zevi 1994 = Neapolis, a cura di F. Zevi, Napoli 1994.
Explore the StoryMap of the acropolis of Neapolis
To tell the story of Neapolis means to narrate the evolution of one of the biggest historical centres in Europe. No many cities can boast a continuity of life within its ruins, preserving a stratification of all subsequent transformations, still visible in the permanent traces stored within the modern city.
Two important events marked the beginning of the ancient Neapolis archaeological research. The first is the important urbanistic project so-called “Risanamento”: if on one hand this resulted in the recovery of many historical and archaeological data as well as the of discovery of several ancient buildings, on the other hand, it caused a consistent destruction of the heritage. The second event, far more mournful, was the Irpinia earthquake in 1980: then, the urban archaeological explorations had to assume a scientific character for the excavations in partnership with the academic world, to avoid the loss of more and more archaeological heritage. During the last years, a new phase of systematic research was endorsed, specifically related to the opening of new subway stations construction sites: in these occasions several data were brought to light, starting from the historical centre to the littoral, with fundamental evidence for reconstructing the history of the city.
The articulated urban history of Neapolis had its origin during the first half of the 7th cent. BC with the Cumaean settlement of Parthenope on the hill of Pizzofalcone. In the last quarter of the 6th cent. BC, a new city was added to this first Greek centre, occupying the area of today’s historical centre. The new centre was built on a massive plateau fading towards the sea, characterised by deep differences in height and delimited by natural canyons.
On the top of the inhabited plateau, on its north-western side, where the hill of Sant’Aniello a Caponapoli is located, the Greek urban acropolis arose. This area is now delimited by Via Foria and Via Costantinopoli respectively to the north and to the west. In the past, its separation was emphasised by the fact that the acropolis was not connected by the same street division modules adopted in the rest of the city. Moreover, the complex orography of the area, already defended by natural canyons, was enriched with a majestic wall circuit.
Unfortunately, the numerous archaeological attestations, brought to light since the first thirty-year period of the twentieth century, are almost completely hidden and dispersed between the church of Sant’Aniello a Caponapoli, its front square and the nearby hospital structures. In the eighties, at Largo Sant’Aniello square and underneath the adjacent Villa Chiara, structures from a 5th cent. BC wall re-emerged, as well as remains of the 4th cent. wall reinforcement, the Angevin fortification and a 12th cent. AD cistern. In Via Sant’Aniello, between Villa Chiara and Symptomatologic Medical clinic, a double curtains wall with a staircase bringing probably towards the patrol pathway was already been found. In these same years, Mario Napoli reminded that, during the works for the opening of the M. Longo ramp, important remains of the Greek fortification were found on the slope of the hill, beneath the Hospital for the Incurables.
Beyond Largo Sant’Aniello, the fortification continued within the homonymous church built in the late 16th cent. AD. Indeed, the archaeological investigation carried out in 1979 beneath the sixteenth-century church, allowed the identification of two Greek walls lines: in a forward position, the first was below the transept and very near the ancient limit of the acropolis, whereas the second was parallel to the Vicolo di Sant’Aniello just underneath the nave. In the proximity of the walls, in the area of the San Gaudioso convent, where nowadays the Symptomatologic Medical clinic is located, an acropolis sanctuary must have existed: probably dedicated to Demeter, the sanctuary was attested in 1933 with the discovery of a votive deposit with terracotta pieces datable between the 5th and the 3rd cent. BC.
Moreover, the excavation at S. Aniello a Caponapoli brought to light new evidence regarding the first frequentation of the hill before the foundation of Neapolis: new remains, maybe pertaining to a rural sacellum datable in the last quarter of the 6th cent. BC, suggest an exploitation of the area for agricultural needs by Parthenopean inhabitants.
The area of the acropolis preserved a public function probably even in the Roman period, albeit the documentation is poor: it is not clear the role of the several structures in opus reticulatum recovered at S. Aniello erected before the 1st cent. AD on the top of a wide artificial platform built above the Greek walls.
The acropolis maintained his religious role during the viceroy period, with the construction of several monasteries and churches on the hill. In parallel to its religious purpose, this part of the city acquired a medical function. In 1519 the north-east side was occupied by the Hospital for the Incurables building, which in 1777 was transformed into the Medical College headquarters and, successively, into an academic clinic.
A new interpretation of Neapolis acropolis has become necessary in context of archive data and fragmented documentation, especially with the scope of reviewing the ancient urban remains within the modern city.
(trad. a cura di Ilaria Cristofaro)
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